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Lorenzo Amoruso, ex calciatore di Serie A ed ex dirigente della Fiorentina, è intervenuto in diretta nella trasmissione Tackle, in onda su Radio Roma Sound e ha detto la sua sull’attuale bagarre in testa alla classifica e sul percorso in Europa di alcune squadre italiane.

Pallone Serie A 2024/25
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Partendo infatti dalla partita della Juventus in Champions League con l’Aston Villa e dalla situazione infortuni: “Credo che qualcosa sia stato sbagliato nella preparazione visti i tanti infortuni muscolari. Sulla sfida c’è da dire che, come contro il Milan, la Juventus è entrata in campo per pareggiare e ha prodotto molto poco ma in questa fase è comprensibile, se si scoprisse prenderebbe i gol che ha evitato”.

C’è qualche difensore che le assomiglia in Serie A?

“Difensori simili a me o a quelli del mio periodo sono difficili ormai da trovare perché è cambiato il modo di difendere ma se devo sceglierne un paio che mi piacciono direi Comuzzo e Buongiorno“.

Come valuta la stagione del Milan e i loro problemi difensivi?

“Il Milan mi sta sorprendendo tanto per la grande fatica che sta facendo anche nel battere squadre di livello basso come lo Slovan Bratislava. A certi livelli le tante disattenzioni non te le perdonano. C’è bisogno di un lavoro di tutta la squadra per migliorare”.

Riguardo il periodo dell’Inter e la lotta scudetto

“È la squadra più completa del campionato ed è stata puntellata per poter mettere sempre uno standard alto in ogni partita. Ora però ci saranno tantissimi impegni e il Napoli sarà avvantaggiato e avrà le sue chance insieme anche all’Atalanta che potrà giocarsi lo scudetto perché è una squadra piena di giocatori importanti nella rosa”.

Cosa manca a Lazio e Fiorentina per lo scudetto?

“Sono due squadre simili: non hanno giocatori-simbolo alla Immobile ma hanno dei gruppi solidissimi grazie al grande lavoro degli allenatori. Sono leggermente inferiori alle top 3 perché non hanno la stessa lunghezza della rosa e questo si sentirà alla lunga”.

Differenze tra la Serie A e gli altri campionati

“Ci saranno sempre differenze: il calcio italiano ha perso appeal ma resta il più difficile per la grande preparazione degli allenatori. All’estero c’è più possibilità di spesa e perciò si arriva più facilmente a trofei europei ma in Italia ci si sta evolvendo e migliorando anche perché tutte le squadre estere hanno meno possibilità di spesa”.

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