Radio Roma Sound 90 fm

Da tempo molti esperti prospettano la possibilità di una nuova pandemia. Tuttavia, dopo quella del Covid-19 la scienza ha fatto degli enormi passi in avanti, soprattutto in ambito della ricerca. Ospiti di Radio Roma Sound, nella trasmissione Gli Inascoltabili, Massimo Ciccozzi e Francesco Branda, rispettivamente epidemiologo al Campus Bio Medico di Roma e ricercatore, hanno fatto il punto della situazione, anche alla luce dei recenti casi di aviaria negli Stati Uniti.

Ricerca scientifica – foto di repertorio

“L’aumento di casi Covid è normale – ha affermato Ciccozzi – ma abbiamo visto comunque che i sintomi sono minimi. Mi dicono che nel Lazio l’incidenza è maggiore, ma ricordiamoci del tanto turismo che abbiamo. In estate è normale avere un piccolo rialzo, quello che abbiamo visto nel 2020-2021 non lo vedremo mai più. L’unica cosa che consiglio è l’igiene delle mani e la mascherina se vai in metro o treno per prevenire qualsiasi virus respiratorio”.

Long-Covid

“Il Long-Covid è importantissimo” ha proseguito l’epidemiologo. “L’Oms dice di parlare di sindrome post-Covid perché è come un ombrello con dentro molte cose, dipende da cosa viene colpita la persona: potresti avere sintomi gastrointestinali, sintomi cognitivi come la famosa ‘nebbia’, che ti porti avanti per mesi o addirittura anni. È tutto curabilissimo.

Sul long-Covid abbiamo il buio – ha detto invece Branda -, per questo insistiamo sui dati, perché permette a noi ricercatori e ai semplici cittadini di costruire modelli in grado di capire come va il decorso di una malattia. Siamo molto impegnati nella costruzione di database e la particolarità è che sono open: tutti i ricercatori, italiani e non, possono accedere per inserire le loro analisi e darci un feedback. I dati però sono pochi e mal diffusi, noi perdiamo l’80% del tempo nel costruire il database e il 20% nell’analizzarlo ma dovrebbe essere il contrario”.

Casi di aviaria negli Stati Uniti

Così Ciccozzi, infine, sull’aviaria: “Gli americani stanno subendo casi in maniera importante. È tipica degli uccelli selvatici, ora è passata ai bovini e chi ci dice che non potrà arrivare all’uomo? L’infezione bovino-uomo, perché magari vengono toccate le sue secrezioni, non ha passaggio uomo-uomo perché è più un problema igienico, ma se dovessero continuare gli allevamenti intensivi lì diventa un problema”.

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