Radio Roma Sound 90 fm

Salvatore Gulisano, giornalista e autore dell’inchiesta “Anatomia di un truffatore” andata in onda su La7 nel corso di “100 minuti”, è intervenuto su Radio Roma Sound durante la trasmissione Gli Inascoltabili. Di seguito le sue dichiarazioni:

L’inchiesta

“Io ci metto la faccia – spiega -, ma dietro l’inchiesta c’è stato un lavoro di un anno con tante persone che hanno dato una grande mano. Riguardo l’inchiesta, il ruolo di Giovanni Malagò è molto importante. Era amico di gioventù di Massimo Bochicchio e fu lui ad introdurlo nel suo giro. Malagò inoltre è stato indagato e sappiamo che ci sono state tangenti. Quando poi lo indagano per i diritti del calcio con una società spagnola che aveva offerto più di Rai scoprono il ruolo di Bochicchio, tramite intercettazioni tra Conte e Malagò.

Già così sembra da film”, ha aggiunto Gulisano. “Ma non è finita qui, perché poco dopo c’è stata questa morte in via Salaria dove Bochicchio perde la vita, il corpo è irriconoscibile e non si capisce neppure chi sia all’inizio. Dopo varie analisi si conferma l’identità di Bochicchio, ma ancora si devono chiarire le dinamiche. Verso la fine del documentario avanziamo una teoria e abbiamo raccolto prove sui soldi e la morte“.

Il ruolo di Bochicchio

“Non sappiamo ancora tutte le complicità di Bochicchio, ma sicuramente alle banche fa comodo avere conti corrente con tanti soldi. Spesso abbiamo riscontrato che non ci sono controlli dove dovrebbero esserci, quando partono milioni di euro dovrebbero accendersi delle spie. La storia è sempre stata raccontata rappresentando Bochicchio come ‘grande genio truffatore‘, ma quello che abbiamo scoperto è che non tutti gli investitori erano ingenui, anzi, erano consapevoli del rischio e lo hanno preso per non pagare le tasse. Era utile a molti di loro e a molte persone che gravitano intorno al mondo del calcio. El Shaarawy ad esempio aveva investito milioni di euro”.

Oggi l’udienza

“Oggi tra l’altro c’è l’udienza decisiva per il processo Bochicchio e dovranno decidere se andare avanti o rinviare di un mese, anche per acquisire pezzi di documentario da usare in processo. Ora stiamo progettando le inchieste di ‘100 minuti’ e sono contento che stiano avendo un buon riscontro”, ha concluso l’autore dell’inchiesta.

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