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Il 3 maggio si è celebrata la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, un momento molto importante per sottolineare l’importanza di un’informazione libera e indipendente nel panorama globale. Reporters Without Borders (RFS) ha rilasciato l’Indice Mondiale sulla Libertà di Stampa, evidenziando le nazioni dove l’attività giornalistica è soggetta a limitazioni, nella migliore delle ipotesi, o censure, nella peggiore.

L’Italia scende al 46° posto: le cause

Secondo l’Indice Mondiale sulla Libertà di Stampa 2024 di RFS, “buono” il giudizio complessivo sulle nazioni UE ma l’Italia è scesa di 5 posizioni rispetto all’anno scorso, attestandosi al 46° posto su 180 Paesi. Questa variazione è stata attribuita dal relatore, come si legge nel rapporto, al tentativo di acquisizione della seconda più grande agenzia di stampa, Agi, da parte del deputato leghista Antonio Angelucci.

File:Press Freedom 2017 - Wikimedia Commons

Le minacce alla libertà di stampa nel mondo

L’analisi di RFS evidenzia come proprio le autorità politiche rappresentino una delle principali minacce alla libertà di stampa. Elemento, quello politico, che rappresenta uno dei cinque indicatori utilizzati per stilare la classifica, registrando un calo medio globale di 7,6 punti.

La Norvegia si conferma al primo posto come il Paese con il giornalismo più libero, seguita da Danimarca e Svezia. Il motivo per cui l’Unione Europea ha ottenuto buoni risultati sarebbe l’adozione della prima legge sulla libertà dei media. Al contrario, negli Stati Uniti si è registrato un calo di 10 posizioni.

Il calo complessivo dell’indicatore politico ha colpito anche i tre paesi in cima al World Press Freedom Index. La Norvegia, ancora al primo posto, ha visto un calo del proprio punteggio. L’Irlanda, al centro di una controversa vicenda d’intimidazioni giudiziarie ai danni dei media, ha ceduto la sua posizione di leader nell’Unione europea alla Danimarca, seguita dalla Svezia.

Vietnam, Cina e Corea del Nord, “fanalini di coda” del 2023, hanno ceduto le loro posizioni a: Afghanistan, Siria e Eritrea, ora ultima sia nella classifica politica sia in quella generale. Gli ultimi due paesi sono diventate vere e proprie “terre di nessuno” per i media, con un numero inquietantemente sbalorditivo di giornalisti detenuti e scomparsi. 

Proteggere la libertà di stampa: un impegno condiviso

la redazione di un giornale composta da uomini e donne che lavorano alle loro macchine da scrivere. fuori dalla finestra un occhio tetro gigante cerca di guardare all'interno. Manifesto vintage.

A fare riflettere, dunque, sarebbe un preoccupante calo generale del sostegno dei governi ai propri organi di stampa, quando invece dovrebbero proprio difenderli. Una mancanza che inciderebbe sulla capacità dei media tradizionali di fornire notizie affidabili e indipendenti. Ad essere registrato è stato anche un aumento della pressione da parte dello Stato o di altri attori politici su giornali e affini.

Un’amara riflessione, insomma, quella che impone la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa 2024 che ci ricorda, oggi più che mai, l’importanza di proteggere e sostenere il giornalismo indipendente e il diritto fondamentale all’informazione.

E tu percepisci questo generale indebolimento della libertà di stampa?
Pensi che questo diritto sia più o meno garantito e protetto dai governi rispetto quanto riportato nel report?

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